Le Fou Du Thé

 

La mia passione per le camelie nasce dal luogo dove ho vissuto e vivo tutt’oggi: Sant’Andrea di Compito

Gli Inizi

La passione inizia dal luogo dove ho vissuto e vivo: Sant’Andrea di Compito, in provincia di Lucca.

A livello scolastico la passione si è evoluta facendo Agraria all’università di Pisa.

Dopo gli studi universitari, mi sono avvicinato all’orto botanico di Lucca per svolgere delle ricerche sulle camelie antiche, molto diffuse in Lucchesia e provincia. Cosi è nata la collaborazione con l’orto botanico, che ha portato alla scrittura di tre libri sulle camelie: 

1. “Camelie dell’800 in Italia”, 1988 presentato al congresso mondiale delle camelie a Napoli. Casa editrice Pacini di pisa, vari autori 

2. “Le mie camelie”, 2010 presentato alle isole Azzorre - manuale sugli ibridi, varietà moderne e non antiche. 

3. “Antiche Camelie della Lucchesia” edizioni ETS Pisa, vari autori 2015

La Sfida

Presso l’orto botanico esistevano tre piante di tè fatte arrivare dai Kew Gardens di Londra, provenienti a loro volta dalla Cina.

Le tre piante erano state piantate in terra e nel 1985 osservai che quelle piante di tè non si erano rovinate con il gelo. Nell’inverno dell’85 ci fu una delle gelate più forti dal dopoguerra ad oggi, che aveva ucciso molte piante dell’orto botanico.

Mi venne in mente di azzardare un tentativo di acclimatazione della pianta del tè (adatta al clima subtropicale) alle nostre latitudini. Mi feci dare dal capo giardiniere dei semi e delle piantine di tè.

Mi dissero che l’esperimento non avrebbe portato a nessun risultato concreto, riferendosi alla letteratura botanica inglese, dove si sosteneva che il tè non era possibile coltivarlo fuori dall’ambiente subtropicale di origine, invece si sbagliavano!

L’esperimento ha avuto inizio nell’87 a Sant’Andrea di Compito, in località Botra. Dopo una prima selezione ‘massale’ per trovare le piante di tè più resistenti ai rigidi inverni del monte pisano.

Il Primo Tè Italiano

Quindi nel 1990, ho cominciato a fare un timido raccolto di tè, cimentandomi nella tecnica di produzione del tè della quale avevo appreso notizie in giro per il mondo - dalla raccolta all’essicazione.

(Dallo studio di queste specifiche sono riuscito a creare uno più semplice che mi ha consentito di portare avanti le piantagione di oggi)

Per avvalorare la sfida che avevo portato avanti, ho attinto ulteriori informazioni sul tè da un diario che aveva scritto un lontano parente di origini inglesi che negli anni ’30 era direttore di quattro piantagioni nella regione dell’Assam in India.

Negli anni ho sviluppato una tecnica più consona alla coltivazione del tè vera e propria, correggendo gli errori che avevo fatto in passato, fino ad arrivare ad oggi, che produco le quattro tipologie canoniche del tè che sono: il tè bianco, verde, oolong, e nero. 

Oggi nell’Antica Chiusa Borrini ci sono un totale di 2500 piante di tè in piena terra distribuite su cinque giardini di tè (terrazzamenti). 

L’eredità della dinastia Borrini

La passione per le camelie è nata sulle orme del mio quadravolo Dr. Angelo Borrini, che era l’oculista personale del duca di Lucca, Carlo Ludovico di Borbone; egli nutriva una passione sviscerata per questa pianta dalle origini esotiche. La conobbe per la prima volta in Belgio a Gand dove arrivavano essenze botaniche dall’Oriente, che venivano considerate delle novità e piantate dagli appassionati di botanica nei loro giardini. 

Oltre ad aver trovato a Sant’Andrea di Compito, dove viveva, un clima ideale, la pianta della camelia rappresentava anche un simbolo delle idee liberali di allora. In particolare i fratelli Borrini avevano costituito una compagnia di indirizzo carbonaro che si chiamava Compagnia Liberale che aveva come emblema la camelia. E la camelia simbolo della carboneria era una camelia rossa con delle macchie bianche, che con il corredo delle foglie verdi, rappresentava una coccarda tricolore. 

Questa passione ne ha decretato gli sviluppi, contaminando anche altre ville nel circondario.